Vivere e conoscere il territorio dell’Etruria Meridionale attraverso esperienze culturali ed enogastronomiche
di Maria Serena Patriarca
Un Ponte di Ognissanti all’insegna della natura, dell’archeologia e della buona cucina. L’Etruria Meridionale, affascinante area del Lazio a non più di un’ora di distanza in auto da Roma, è una meta ideale per il Ponte di Ognissanti. Un territorio esteso e variegato, che si riconosce nell’eredità culturale degli Etruschi, fatta di ingegno, accoglienza e ospitalità. Grazie all’Associazione Dmo Etruskey, nata proprio nell’area dell’Etruria Meridionale con il contributo della Regione Lazio, c’è una vasta gamma di nuove offerte per i turisti italiani e stranieri, all’insegna di esperienze uniche e personalizzate.
Dalle visite archeologiche nella zona di Tarquinia, per scoprire tutto il fascino del mondo degli Etruschi, fino alle lezioni di cucina e alle degustazioni in vigna nel territorio del borgo di Ceri: Dmo Etruskey si basa sulla collaborazione tra 12 Comuni e 31 soggetti privati, e vanta un territorio di 1.300 Km di estensione con 191.000 abitanti e un sito UNESCO, che comprende le necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia, oltre al porto internazionale di Civitavecchia. Un’area laziale, questa, ricca di storia e bellezza, ma anche testimonianza di un prezioso patrimonio enogastronomico, fatto di ingredienti autentici e genuini. Dall’olio al vino, dal miele alle confetture di frutta, fino ai cereali: sulle coste dell’Etruria meridionale approdano i sapori del mondo. Un viaggio di degustazione è ciò che richiedono di più le giovani coppie, per esempio, ed è un’esperienza che preserva l’identità culturale del luogo, alla ricerca delle eccellenze del Made in Italy.
Uno degli scenari più spettacolari dell’Etruria è senza dubbio l’Ara della Regina, il più grande tempio etrusco a noi arrivato, in posizione panoramica sul “Pian di Cìvita“, non lontano da Tarquinia. Risalente al VI secolo a.C., in questo santuario sono stati rinvenuti i Cavalli Alati del Carro Divino, che si ammirano oggi nel Museo archeologico nazionale di Tarquinia.
Per le visite di questo sito archeologico si possono consultare i siti web etruriaguide.it oppure artemideguide.it. L’Ara della Regina era il tempio più importante di tutte le città etrusche e i megaliti con cui è costruita sono di pietra calcarea marina. In quest’opera monumentale l’archeologia si fonde con la spiritualità. L’Ara sorge in un contesto ideale anche per l’escursionismo, con possibilità di passeggiate nella natura in ogni stagione.
Se amate imparare i segreti della cucina tradizionale di questa zona del Lazio, a Villa Ceri possono essere organizzate lezioni di cucina e show cooking, anche in lingua Inglese, per scoprire, per esempio, come fare il pane fatto in casa con l’aiuto delle massaie di Ceri.
Il borgo di Ceri è immerso nelle campagne della Tuscia romana. Si tratta di un antico insediamento risalente al medioevo, anche se le tracce della presenza umana nel territorio sono molto più antiche. Ceri è frazione del Comune di Cerveteri da cui dista poco meno di 9 chilometri: si erge su una rupe tufacea a 108 metri d’altezza, circondato da un vallone boscoso dove si può fare hiking.
Da non perdere il Santuario della Madonna di Ceri, già Chiesa di San Felice. L’edificio ha assunto il suo aspetto odierno verso la metà del XVI secolo. Al suo interno si conserva un importante ciclo di affreschi risalenti alla metà del secolo XI, raffigurante scene tratte dall’Antico Testamento e da mettere in relazione con la riforma ecclesiastica promossa dal pontefice Gregorio VII per affermare il primato della sede apostolica sulle altre diocesi. Questi affreschi, dopo un attento studio iconografico, sono stati attribuiti alla bottega che realizzò la decorazione in affresco della basilica inferiore di San Clemente a Roma (scene della vita di San Clemente e di Sant’Alessio).
Situato ai piedi del Borgo di Ceri, in una zona di grande interesse storico e paesaggistico, il vigneto di proprietà della Famiglia Onorati – fin dal 1952 – è la location ideale per una degustazione di vini del territorio, accompagnati magari dai salumi e dai formaggi del luogo.
In questa zona si coltivano anche le lenticchie, destinate a diventare uno dei piatti principali della stagione invernale e delle feste.
Maria Serena Patriarca
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