Johann Wolfgang von Goethe, forse il più celebre umanista tedesco, raggiunge Napoli il 25 febbraio del 1787. Viaggiatore instancabile, Goethe racconta di una città vivace, ricca di contraddizioni ma anche di meraviglie, paesaggi unici e luoghi dal fascino autentico.
Seguiamolo nel suo itinerario, tappa dello storico Grand Tour, lungo le strade della Napoli tardo-settecentesca, raggiunta dai primi fermenti dell’illuminismo italiano.
“Basta girare per le strade e aprire gli occhi per vedere spettacoli inimitabili”
POZZUOLI, TRA PARADISO E INFERNO. Accompagnato dal principe di Waldeck, Goethe visita Pozzuoli, antica Puteoli un tempo colonia greca. Qui ammira le meraviglie dei Campi flegrei, dove l’acqua scura di piccoli laghi ed il fuoco del magma sotterraneo creano un clima unico.
Il Lago d’Averno, grande occhio blu nel cuore di un vecchio cratere, era considerato da Greci e Romani un accesso all’oltretomba, e conserva nelle vicinanze numerose testimonianze archeologiche.
Quindi Goethe si sposta alla Solfatara, dove ammira il “respiro delle pietre” nel fenomeno delle fumarole, di origine vulcanica. E della Solfatara realizzerà anche un acquerello, dalle linee morbide e semplici.
Pochi mesi dopo la prima visita, Goethe ritornerà a Pozzuoli per visitare il Tempio di Serapide e la bella Cuma, città della Sibilla ed antichissima colonia greca.
CON GOETHE A NAPOLI. Giunto a Napoli, Goethe ne ammira le numerossime chiese, testimonianza di una fede popolare sempre viva e accesa. Nel nostro itinerario goethiano tocchiamo dapprima la bella chiesa del Gesù Nuovo, con il bugnato scuro della sua elegante facciata. All’interno, il dipinto della “Cacciata di Eliodoro dal Tempio” stupì non poco Goethe, che potè ammirare anche diverse tele di Luca Giordano.
Ritornati sulla stretta “Spaccanapoli” incontriamo Palazzo Diomede Carafa, che il Nostro visitò quando ancora si chiamava Palazzo Colubrano. Bell’edificio del XV secolo, ha un magnifico cortile interno dov’è adagiata la “testa di cavallo”, copia in terracotta di una scultura di Donatello.
Pochi minuti a piedi ed eccoci in via Atri, dove si trova il Palazzo Filangieri d’Arianello, antico palazzo monumentale dove una targa ricorda l’illustre ospite e l’incontro con il giurista Gaetano Filangieri.
Lasciando il centro storico imbocchiamo ora via Toledo, strada molto animata e ricca di negozi. Dopo una piacevole passeggiata il corso si apre nella grande Piazza del Plebiscito, tra gli angoli più suggestivi ed inconfondibili di Napoli. Il vicino Teatro San Carlo mozzò letteralmente il fiato a Goethe, per la magnificenza e l’eleganza dei suoi interni.
Il nostro viaggio sulle orme di Goethe ci porta a Palazzo Sessa, dove il letterato tedesco soggiornò, e che oggi è sede del Goethe Institut. Magnifico palazzo storico del ‘500, ospita anche la sede centrale della Comunità Ebraica di Napoli.
Impossibile raggiungere la zona senza ammirare lo splendido lungomare, con la sagoma di Castel dell’Ovo e l’inconfondibile profilo del Vesuvio sullo sfondo.
Il Vesuvio, appunto. In circa 40 minuti, da Napoli, si può raggiungere in auto o in autobus la sommità della montagna. In mezz’ora di cammino, su terreno lavico, ci si affaccia nel baratro impressionante del Gran Cono, luogo che Goethe volle ammirare per ben 2 volte.
In alternativa, per una passeggiata più tranquilla, restiamo a Napoli per visitare lo splendido parco della Reggia di Capodimonte e la sua meravigliosa Pinacoteca, che ospita la Flagellazione di Cristo del Caravaggio.